OMEOPATIA

articolo a cura di 

Team della Farmacia

Conosciamo meglio l'omeopatia e i prodotti omeopatici.

Omeopatia: cosa significa

La parola “omeopatia” deriva dai due termini greci “òmoios”, che significa “simile” e “pàthos”, ovvero “sofferenza”: indica una pratica di cura basata sul principio di similitudine del farmaco, ovvero sull’idea che il simile cura il simile. L'omeopatia mette al centro il malato e non la malattia, cercando di riequilibrare l’energia vitale compromessa da cui originano i sintomi. In Italia circa 8 milioni di persone si curano con l'omeopatia.

 

Dove nasce l’omeopatia

L’omeopatia ha origine a Meissen, in Germania, nel 1800, dal dottor Christian Friedrich Hahnemann: egli si accorge che, se assume il chinino da sano, prova in modo attenuato gli stessi sintomi della malaria, per la quale il chinino veniva usato come terapia. Da questa osservazione, Hahnemann si convince che si deve somministrare a un paziente lo stesso medicinale che a una persona sana provocherebbe sintomi simili a quelli della malattia; per esempio, se un paziente soffre di nausea, la cura consiste in una medicina che provoca la nausea, ma in misura minore.

 

Per ottenere questi sintomi attenuati della malattia da trattare, i medicinali necessitano di una estrema diluizione, fino a una parte su 100 milioni della sostanza di partenza. Inoltre, Hahnemann sostiene che sia necessaria anche una “dinamizzazione”, ovvero uno scuotimento del preparato.

 

La diffusione dell’omeopatia

L’omeopatia si diffonde velocemente in Europa già nel 1800: nel 1873 viene fondata l’Università Medica femminile d’Inghilterra, mentre in Germania, Francia nascono molte scuole di omeopatia, che diviene presto la medicina prediletta dalle classi più ricche. Ai primi del 1900, l’omeopatia prende piede anche negli Stati Uniti, dove esistevano già 22 scuole mediche omeopatiche e più di 100 ospedali.

 

Il funzionamento dell’omeopatia

Come detto sopra, questa disciplina si basa essenzialmente su tre principi:


  • “il simile cura il simile”, ovvero, per curare un sintomo bisogna assumere una sostanza che ne provochi uno affine ma più leggero;
  • la diluizione: il principio attivo va diluito varie volte in acqua o alcool e poi spruzzato su globuli di zucchero oppure in soluzioni liquide. Più la sostanza di partenza è diluita e più è potente;
  • la dinamizzazione: lo scuotimento ripetuto rende attivo il preparato: alla fine, nei medicinali omeopatici non c’è più traccia del principio attivo originario.

 

Come sono fatti i prodotti omeopatici?

Circa il 70% dei rimedi omeopatici proviene dai mondi vegetale, animale e minerale; tutti i prodotti omeopatici hanno una scadenza stabilita per legge fissata a cinque anni.


Vengono venduti in granuli composti da una base di saccarosio e lattosio intriso della sostanza prescritta dal medico, oppure in globuli, che sono più piccoli dei granuli ma composti allo stesso modo, e vanno assunti in un’unica volta. Inoltre, esistono rimedi omeopatici in forma di colliri, gocce, sciroppi, supposte e fiale bevibili.

 

Cosa cura l’omeopatia?

L’estrema diluizione dei rimedi omeopatici li rende praticamente privi di effetti collaterali. Si sono riscontrati benefici nel trattamento di patologie complesse come malattie autoimmuni, allergiche, gastrointestinali, disturbi dell’umore o del sonno, ansia, problemi della pelle.


Inoltre, l’omeopatia può servire per stimolare il sistema immunitario in caso di disturbi stagionali.

 

Omeopatia e fitoterapia

Secondo il Ministero della Salute:

 "si definisce medicinale omeopatico ogni medicinale ottenuto a partire da sostanze denominate materiali di partenza per preparazioni omeopatiche o ceppi omeopatici, secondo un processo di produzione omeopatico descritto dalla farmacopea europea. Un medicinale omeopatico può contenere più sostanze e ha la denominazione scientifica del ceppo o dei ceppi omeopatici o, in mancanza di questa, la denominazione scientifica del materiale o dei materiali di partenza per preparazioni omeopatiche o altra denominazione figurante in una farmacopea, accompagnata tra parentesi dalla denominazione propria della tradizione omeopatica seguita dal grado di diluizione.”, mentre "i medicinali fitoterapici sono tutti quei medicinali il cui principio attivo è una sostanza vegetale. Questi medicinali sono stati ufficialmente approvati dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), che ne ha verificato la loro qualità, efficacia e sicurezza, e sono venduti esclusivamente nelle farmacie, alcuni dietro presentazione di ricetta medica ed altri come medicinali senza obbligo di prescrizione o medicinali da banco. I prodotti di erboristeria non hanno l’autorizzazione all'immissione in commercio e non possono essere definiti medicinali anche se talora hanno un’attività farmacologica.”

 

Le differenze tra omeopatia e fitoterapia quindi non consistono nell’avere una sostanza vegetale come principio attivo, ma in queste caratteristiche:


  • il principio su cui si fondano: la prima, sul principio dei simili che curano i simili, la seconda, sul principio che i contrari curano i contrari;
  • la modalità di preparazione: i farmaci omeopatici contengono dosi infinitesimali di varie sostanze, dopo la loro diluizione e dinamizzazione; i fitoterapici invece sono ottenuti da frantumazione, polverizzazione, spremitura ed estrazione (alcoolica, acquosa o con solventi) e mantengono le proprietà della sostanza di partenza.

 

 

In Farmacia Risorgimento a Cinisello Balsamo , abbiamo un ampio reparto dedicato ai rimedi omeopatici, con personale esperto che può consigliare i prodotti più opportuni, dopo un’attenta anamnesi della persona .

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